In che modo l'Europa può aiutare i produttori di latte colpiti dall'embargo russo e preoccupati per l'imminente fine delle quote latte il prossimo aprile? L'abbiamo chiesto a Paolo de Castro (S&D).

Intervenire sul prezzo in caduta libera del latte

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/11882947/n004-0012-it.srt

L'embargo russo sui prodotti lattieri  ha fatto sprofondare il prezzo del latte

e tra pochi mesi, ad aprile,  il sistema delle quote finirà per sempre.

Allora, come aiutare i produttori,  senza usare i soldi pubblici,

con strumenti di garanzia e assicurazione  che compensino le perdite?

L'abbiamo chiesto a Paolo De Castro,  coordinatore socialista per l'Agricoltura.

Paolo De Castro, la prima domanda  viene dal mondo dell'industria. Sentiamo.

Le faccio una domanda  sulla stabilità del mercato.

Come facciamo a ottenere per il mercato  dei prodotti agricoli e lattieri -

rispetto alla Russia - la stessa stabilità  di mercato che troviamo in altri settori,

Perché se guardiamo al settore dell'energia,  a prescindere dalla situazione geopolitica,

c'è sempre un'offerta sicura e un mercato  sicuro per l'energia russa nell'UE.

Il problema dell'instabilità  dei mercati agricoli riguarda il latte

Noi abbiamo una volatilità  che è conseguenza proprio del fatto

che l'UE ha smantellato gran parte  degli strumenti di gestione del mercato.

Il paragone con il mercato dell'energia  mi sembra un po' azzardato.

Mi permetto di ricordare che parliamo,  come ultimo episodio,

dell'embargo russo,  tra l'altro sui prodotti lattieri,

e delle conseguenze in certi paesi,  come la Francia e l'Italia,

che si ritrovano ad avere molta produzione  e quindi il prezzo cala ancora di più.

L'embargo russo sicuramente  è una concausa,

ma l'instabilità dei prezzi dei prodotti agricoli  e lattiero-caseari

è sicuramente figlia di altri aspetti.  - Per esempio?

Abbiamo un crollo della domanda,  i consumi calano perché l'Europa è in crisi

e perché abbiamo avuto  una produzione straordinaria,

ossia abbondanti produzioni  a fronte di un consumo che è calato.

In più, l'embargo russo  ha certamente avuto la sua parte.

L'UE deve sostenere la produzione o deve  solo adeguarsi a un mercato che cambia?

Sull'embargo russo, l'UE farebbe bene  a evitare di imporre sanzioni,

perché questo ping-pong tra UE e Russia  fa solo danni all'UE e pochi alla Russia.

Non è la strada giusta  per risolvere i problemi dell'Ucraina.

Rispetto all'UE, quello che io penso  sia necessario fare è trovare un'occasione

per rimettere in pista  strumenti di gestione del mercato.

Abbiamo pensato che il mercato da solo,  la liberalizzazione, risolvesse tutto.

Stiamo avendo la prova che non è così.

Quindi lei sta dicendo che, in pratica,  quando il prezzo va troppo giù,

devono arrivare soldi europei o comunque  pubblici per compensare queste perdite?

Non devono essere però sotto forma  di integrazioni di prezzo,

ma devono essere strumenti che aiutino  gli agricoltori e gli allevatori ad assicurarsi

attraverso forme di gestione privata  del rischio,

non attraverso semplici integrazioni  di prezzo come si faceva prima del 1992.

Sarebbe una concorrenza sleale  verso altri settori.

Perché un freelance in tempi di crisi  non può essere aiutato e...?

Questi sistemi li abbiamo abbandonati  dal 1992.

Ora si tratta,  come abbiamo fatto nella riforma della PAC,

di introdurre strumenti  di gestione del rischio.

Può fare un esempio? Parliamo  di un istituto di garanzia? Credito...?

Fondi mutualistici:  sostenere la nascita di fondi tra agricoltori.

Accesso al credito.  - Non accesso al credito generico,

ma strumenti di gestione dei rischi  attraverso sistemi assicurativi o multirischio.

Negli Stati Uniti ci sono compagnie  che assicurano gli agricoltori sui prezzi.

Seconda domanda,  dalla confederazione contadina francese.

Temiamo che con la liberalizzazione  delle quote l'UE svuoti le aree rurali.

Quale strumento può garantire una buona  distribuzione dell'industria lattiero-casearia

e garantire un reddito  ai produttori di latte europei?

Il signore dice:  "Nel 2015 cesseranno le quote latte".

La preoccupazione è che senza questo  sistema di gestione dell'offerta con le quote

ci possa essere un'ulteriore tendenza  al calo dei prezzi, che si sta già verificando.

Sebbene io sia a favore del mantenimento  delle quote, come altri colleghi...

Quindi è stata una cattiva decisione levarle?  - Comunque abbiamo già votato.

Abbiamo votato due volte  e non c'è una maggioranza al PE,

né in Consiglio,  per mantenere il sistema delle quote.

Ascoltiamo l'ultimo intervento,  che è sul sistema delle quote,

e poi magari ci spiega meglio che cosa  dovrebbe esserci in questo "pacchetto latte".

Non esistono strumenti di mercato  per arginare efficacemente questa crisi.

Che cosa faremo in aprile,  se sparirà il sistema delle quote latte?

Lo European Milk Board  ha un ottimo programma di responsabilità.

Si tratta di vedere se e come gestire  questo post-quote

per evitare che ci siano contraccolpi,  soprattutto per le PMI.

Da questo punto di vista, il Parlamento  è aperto ad ascoltare tutte le proposte,

compresa quella dello European Milk Board.

Vogliamo delle idee che però non facciano  ritornare le quote dalla finestra,

se le facciamo uscire dalla porta,  ma gestione dei sistemi produttivi lattieri

ad esempio degli obiettivi di produzione  dell'Italia, della Francia, ecc.,

dando incentivi o disincentivi affinché  ogni paese mantenga quel target produttivo.

Paolo De Castro, grazie. In bocca al lupo.  - Crepi il lupo.