Il Ministro delle finanze belga Didier Reynders parla del nuovo sistema di vigilanza finanziaria dell'UE sulle transazioni finanziarie.

L'Intervista: vigilanza finanziaria per l'UE ma non per tutti

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/15130984/n003-0079-it.srt

Il mese di settembre è fitto di impegni  in ambito economico e finanziario.

Dopo un anno di trattative, arriva  l'accordo sulla vigilanza finanziaria.

Quattro organi di controllo  vigileranno su tre settori.

Può spiegarci come funzionerà  questo sistema?

Vogliamo diffondere  l'idea di una vigilanza

perché vorremmo disporre dei nuovi  strumenti già dal prossimo gennaio.

Il settore bancario,  le assicurazioni e i mercati finanziari

Non vogliamo  una vigilanza esclusiva dell'UE,

ma stiamo avviando  una vera vigilanza europea.

È la prima lezione che abbiamo imparato  dalla crisi finanziaria.

Gli istituti che operano in tutta Europa  o in molti paesi europei

saranno controllati almeno  in parte da questi organi europei.

Alcuni di questi istituti  hanno un carattere sistemico.

Se un grande gruppo bancario  si trova in crisi,

le conseguenze non riguardano  solo la banca o i clienti o gli azionisti,

ma anche altre banche, altri clienti,  altri azionisti e tutta l'economia.

Lo abbiamo visto negli ultimi due anni  con la crisi economica e sociale.

Si parla molto di una tassa per le banche  sulle transazioni finanziarie.

Regno Unito, Spagna e Svezia  vi si oppongono.

Gli svedesi dicono di averla già provata  e che non ha funzionato.

che è essenzialmente un'idea  della Francia e della Germania?

Anche il Belgio e altri paesi la supportano.

Cosa sostengono questi paesi?  Che non possiamo essere i soli.

Quando lo abbiamo fatto da soli, l'attività  finanziaria è migrata verso altri paesi.

perché gli USA hanno creato una tassa  e il business è migrato nel Regno Unito.

Questo mostra che prendere delle misure  in un unico paese non ha senso.

Molti stati sono reticenti alla tassazione,  ma vi è un altro problema.

Supponiamo che fossimo tutti d'accordo,  cosa faremmo della somma ricavata?

Alcuni vogliono  che rientri nel bilancio dell'UE.

Altri vogliono usarla  per colmare i deficit nazionali.

Altri ancora per combattere  il global warming.

I miei colleghi che lavorano allo sviluppo  vogliono aiutare i paesi più poveri.

C'è chi dice che gli altri dovrebbero fare  la stessa cosa e riparlarne al G-20.

anche se a livello internazionale  non vi riusciamo. - Lei andrà al G-20.

Se il G-20 non acconsentirà,  l'UE continuerà su questa strada?

È quello che proponiamo. Alcuni paesi  del G-20 sono d'accordo con noi.

Ma se al G-20 non saranno tutti  d'accordo, cercheremo di farlo nell'EU

Ma non bisogna ingannare  l'opinione pubblica.

Se creiamo una tassa  sulle transazioni finanziarie,

il ricavo di tale tassa non potrà  essere usato tre o quattro volte.

Al Parlamento europeo,  al Consiglio o nei parlamenti nazionali

sento dire che tale cifra  risolverà tutti i problemi:

i bilanci dell'UE e dei paesi,  il global warming, gli aiuti allo sviluppo...

O ne mettiamo un quarto nei vari ambiti  oppure ne finanziamo uno solo.

È un aspetto importante,  ma non bisogna ignorare gli altri dibattiti

o altri tipi di tasse come per l'energia.

L'ultima domanda riguarda  i fondi di investimento alternativi,

Jean-Paul Gauzès  conta molto su Didier Reynders.

A che punto siamo? Riusciremo  a votare nel mese di ottobre?

Ho contato molto sul Parlamento per  raggiungere un accordo sulla vigilanza.

Commissione, Parlamento  e Consiglio devono collaborare.

Abbiamo fatto del nostro meglio  per trovare un accordo.

Resta il problema di come gestire  i fondi private equity.

Dobbiamo prendere  delle misure in merito.

è quello di permettere ai fondi  di investimento di comprare le aziende,

di smembrarle e di approfittare  delle loro ricchezze.

Ci vogliono delle regole in proposito  che però non impediscano

che alcuni gruppi si sono divisi  per essere più efficaci.

Vi è anche la questione  dei passaporti europei

o di come trattare i fondi  che vengono dall'Europa

Ci stiamo lavorando e cerchiamo  di farlo insieme ai Paesi membri.

Non è facile. Spero che riusciremo  a trovare, all'interno del Parlamento,

Si dice che abbia molto tempo per  occuparsi dell'UE data la crisi del Belgio.

Si sente a suo agio  in questo ambiente europeo?

Ai belgi in genere  piace l'ambiente europeo.

Siamo uno dei paesi fondatori  e entusiasti sostenitori dell'UE.

È vero che dal 1° gennaio  dedicherò molto tempo a questo ambito.

È anche un modo per prepararsi.  Se troveremo un accordo nell'UE,