La posizione della Gran Bretagna, a metà tra dentro e fuori l'UE, provocherà l'avanzata dell'estrema destra nelle prossime elezioni? Alcuni esperti chiedono spiegazioni agli eurodeputati Cashman e Ashworth.

Dentro o fuori: l'ambivalenza del Regno Unito nei confronti dell'UE sarà la sua rovina?

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/11789114/d006-0006-it.srt

Benvenuti  al Parlamento europeo a Bruxelles.

Ormai mancano meno di due mesi  alle elezioni europee.

In studio con me,  due eurodeputati britannici:

Richard Ashworth,  dei Conservatori e Riformisti europei,

e Michael Cashman,  dei Socialisti. Benvenuti.

eterno indeciso su molti aspetti  delle relazioni con l'UE.

In collegamento con noi dal Regno Unito  e da Bruxelles, tre esperti:

Walter Boettcher, direttore  di Ricerca e Previsioni presso Colliers UK,

Pieter Cleppe, responsabile  dell'ufficio di Bruxelles di Open Europe,

e Richard Templer, docente di chimica  all'Imperial College di Londra.

Richard Ashworth,  entriamo subito nel vivo della questione.

Osservando in particolare  la recente ascesa del populismo in Europa -

basta pensare  alla Francia e al Regno Unito,

quale è la posta in gioco alle elezioni?  La prego di essere breve.

Nessuno nega la necessità  di cambiamento per l'Europa.

Lo sanno tutti. Bisogna stare al passo,  o si viene inghiottiti dalla storia.

Fino a che punto e con che velocità  può cambiare l'Europa?

Per il Regno Unito è meglio  rimanere nell'UE e portare il cambiamento

o, come molti sostengono,  andando per la sua strada fuori dall'UE?

Michael Cashman.  Per distinguersi chiaramente

dal messaggio ampiamente conservatore  nei Socialisti, cosa dice al suo elettorato?

Il mio timore - e ricordo  che non mi sono ricandidato -

è che se non rieleggiamo  i giusti partiti proeuropei in Parlamento,

avremo 28 Stati membri  che operano uno contro l'altro

anziché lavorare in modo concertato.  Perderemmo l'Europa sociale

e l'Europa basata  sui valori umani fondamentali.

Ma sembra che stiamo andando proprio  verso lo scenario che teme di più,

stando all'avanzata del populismo,  in Francia, nel Regno Unito e in altri paesi.

La diffusione del populismo si basa molto  sulla propaganda e sulla disinformazione

È fondamentale aprire  il Consiglio dei Ministri

affinché i cittadini vedano ciò che i governi  macchinano in segreto in Europa.

Dalla campagna elettorale  abbiamo tutto da guadagnarci,

e se i sondaggi danno l'estrema destra  in vantaggio, il problema è di tutti noi.

Bene, durante questo dibattito  approfondiremo meglio l'argomento.

Lasciamo spazio alle domande  dei nostri ospiti per gli eurodeputati.

Iniziamo con Walter Boettcher,  direttore presso Colliers UK,

una società americana impegnata  nel settore immobiliare e d'investimento

in tutta Europa e oltre, se non mi sbaglio.

Ha 20-30 secondi a disposizione  per spiegarci la sua posizione

e fare una domanda ai nostri eurodeputati.

Grazie. Siamo un'impresa transfrontaliera

e la frammentazione dell'Europa sarebbe  nociva per noi, aumenterebbe i costi

e renderebbe più difficile  la fornitura di servizi di qualità

che garantiamo  a livello internazionale.

Dal punto di vista mio  e della mia società,

i fattori fondamentali sono  sicurezza, prevedibilità e coerenza.

La prima domanda  che vorrei rivolgere agli eurodeputati:

questo referendum sull'UE  si svolgerà davvero

o il problema non è forse  il ritiro del Regno Unito sul fronte sociale?

O la volontà di Londra  di conservare l'egemonia finanziaria?

Richard Ashworth, la domanda  è ovviamente rivolta a lei. Prego.

Non credo che nessuno  abbia motivo di preoccuparsi.

Ho parlato della necessità  di cambiamento nell'UE,

e David Cameron ha una chiara idea  dei cambiamenti che vorrebbe vedere.

Si tratta di cambiamenti sensati  che potrebbero interessarla,

ad esempio il completamento del Mercato  Unico o della Direttiva sui Servizi

per facilitare il commercio transfrontaliero,  come nel vostro caso,

e rendere l'Unione europea più competitiva.

Per il Primo Ministro è importante  che al termine dei negoziati,

sulla base degli stessi, si consultino  i cittadini per la legittimità democratica.

Significa che c'è la possibilità  che se i negoziati di David Cameron

sulle riforme che ha in mente per l'UE,  dovessero avere successo

e potrà dire ai suoi cittadini: "guardate  cosa abbiamo cavato fuori dall'Europa",

No, non credo.  È la cosa giusta da fare.

Le riforme di cui parliamo  non sono sconvolgenti.

Sono riforme sensate,  auspicate non solo dal Regno Unito,

ma anche da tutti gli altri Stati membri,  o dalla maggior parte di essi.

Credo che riguardi proprio nello specifico  la posizione del Regno Unito.

Purtroppo non concordo con l'On. Ashworth  perché la promessa di un referendum

serve più che altro ad accontentare  certe ali del partito conservatore,

per azzittirle.  Ma ovviamente non staranno zitte.

I rinegoziati di cui ha parlato Cameron...

Non ha nemmeno accennato  alle aree che desidera rinegoziare

Lo ritengo un diversivo.  Fissare un referendum arbitrario nel 2017

senza avere il consenso  neanche della metà degli Stati membri,

figurarsi l'unanimità  necessaria per la modifica dei Trattati.

Non esporre chiaramente  l'oggetto da rinegoziare

significa creare un diversivo,  causare incertezza,

e allontanare  gli investimenti dal Regno Unito

perché gli investitori  cercano sicurezza a lungo termine.

Sì. Sarebbe inappropriato  che David Cameron

scoprisse le sue carte  elencando ciò che vorrebbe rinegoziare,

ma per quanto possa valere,  ho un piano composto da 6 punti:

formalizzare i diritti  dei paesi esterni alla zona euro,

soprattutto nel Mercato Unico,  reindirizzare le risorse

per promuovere lavoro,  crescita e competitività...

Su questo non serve rinegoziare.  Sono tutti d'accordo.

Questi sono i cambiamenti che vorremmo.  Mi lasci finire.

Siamo onesti.  David Cameron in realtà vorrebbe creare