Nel 1965 la Francia rifiuta la proposta dell'allora Presidente Hallstein di finanziare la PAC con risorse proprie e annuncia che non avrebbe partecipato alle riunioni del Consiglio. Da qui prende il nome la crisi della sedia vuota...

La Storia: la crisi della sedia vuota

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LA CRISI DELLA SEDIA VUOTA  30 GIUGNO 1965

ma quando scoppiarono i conflitti,  alla mezzanotte del 30 giugno 1965,

iniziò una crisi che la nuova comunità  europea non aveva mai vissuto prima.

L'idea di un mercato agricolo  comune sovranazionale,

controllato e finanziato  indipendentemente dai Paesi membri

era troppo rivoluzionaria per uno di essi.

La Francia e il Presidente De Gaulle  frenarono la marcia.

Carlo Casini è Presidente  della commissione affari costituzionali.

Avevo 30 anni a quell'epoca,  ma ricordo benissimo i fatti.

cioè il ritiro della Francia  dalle riunioni del Consiglio,

parve la premessa  della fine del progetto iniziale

in cui De Gasperi  aveva avuto un ruolo di primo piano.

I ministri della CEE  hanno dibattuto per tre giorni

la proposta del Presidente  della Commissione Hallstein.

Bisognava trovare una soluzione  entro la mezzanotte del 30 giugno,

cioè prima della fine  della presidenza francese.

Italia, Germania, Belgio,  Olanda e Lussemburgo credevano

che le trattative si sarebbero prolungate.

Invece il ministro degli esteri  Maurice Couve de Murville annunciò

la Francia non avrebbe potuto partecipare  al Consiglio fino a nuova notifica.

All'epoca György Schöpflin lavorava  al Royal Institute for International Affairs.

De Gaulle capì subito che questo  avrebbe avuto serie ripercussioni

La visione di Hallstein che voleva che la  PAC fosse finanziata con risorse proprie

e che il Consiglio votasse  a maggioranza qualificata,

era un passo verso il federalismo  che De Gaulle non poteva accettare.

Al Consiglio, la sedia della Francia  restò vuota per sei mesi.

Gennaio 1966. Il Lussemburgo  cerca una prima riconciliazione.

L'economia francese subì le ripercussioni  del blocco del mercato agricolo.

De Gaulle capì la grande influenza  che la Francia aveva nell'UE

o all'epoca nella CEE e che non era  suo interesse restare in disparte.

Il compromesso di Lussemburgo ritardava  in fine l'autofinanziamento della PAC

e i poteri di controllo del bilancio  del Parlamento.

I Paesi membri acquisirono  un diritto di veto informale

nei casi in cui una decisione poteva  minacciare gli interessi nazionali.

La crisi era finita,  ma il sogno federalista era stato infranto.

Oggi sorridiamo ricordando  la crisi della sedia vuota

perché non solo quella sedia, ma altre  sei sedie sono pienamente occupate.

Oggi sono 27 le sedie piene  e speriamo che diventino ancora di più.