Gli eurodeputati propongono sanzioni concrete contro coloro che facilitano l'elusione fiscale e protezione concreta per gli informatori.

Nuovi passi avanti nella lotta all'elusione fiscale

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/11592181/n003-0409-itx.srt

Si stima che l'elusione fiscale costi all'UE

fino a 190 miliardi di euro all'anno  in incassi mancati.

Un recente sondaggio ha rilevato  che il 75% dei cittadini

pensa che l'UE debba fare di più  per contrastare l'elusione fiscale.

La commissione speciale TAXE del PE  chiede misure

per stanare gli evasori e chi li assiste.

In prima linea  c'è il deputato socialista Jeppe Kofod.

Uno dei punti per cui lottiamo riguarda  le banche e le società di consulenza fiscale:

vogliamo che siano sanzionabili se sono  coinvolte in pratiche di evasione fiscale

In definitiva, vogliamo che sia possibile  revocare loro le licenze.

In più, chiediamo maggiori tutele  per gli informatori,

per i giornalisti e i dipendenti che rendono  di dominio pubblico pratiche scorrette

di elusione, pianficazioni fiscali  aggressive o altro.

Vanno protetti meglio, perché è in corso  un processo in Lussemburgo,

la persona che ha dato il via allo scandalo  Luxleaks è sotto processo ed è vergognoso.

Si stanno facendo passi avanti a livello  globale, grazie alla spinta dell'OCSE.

Che cosa fa l'UE e in particolare il PE  per contribuire a questi progressi?

per combattere l'erosione della base  imponibile e lo spostamento dei profitti

va assolutamente applicato in modo  efficace nel mercato unico europeo.

Serve il country-by-country reporting,  resoconti pubblici sulle attività.

visto quanto è successo  con i Panama Papers,

per capire chi c'è dietro  le società di comodo, i fondi e così via,

Dobbiamo implementare concretamente  queste misure nell'Unione Europea.

In più, quando abbiamo a che fare  con paesi che fungono da paradisi fiscali,

se non collaborano per attuare  gli standard delineati dall'OCSE.

La commissione speciale TAXE del PE  è stata rinnovata con una nuova veste.

Dopo lo scandalo dei Panama Papers è  stata istituita una commissione d'inchiesta.

Che cosa riuscirà ad ottenere  questa commissione

che è invece precluso  alla commissione TAXE?

Può richiedere legalmente dei documenti  alle istituzioni UE e ai paesi membri.

La commissione speciale TAXE  aveva un mandato limitato,

questa avrà maggiori poteri  e avrà un campo d'azione più ampio:

oltre all'elusione e all'evasione fiscale,  si occuperà anche di riciclaggio di denaro.

che riguardano criminali,  trafficanti di droga e terroristi.

Le strutture segrete panamensi  possono celare anche casi di corruzione.

Ora potremo indagare più a fondo e capire  se i piani d'azione e le leggi dell'UE

sono adeguati per contrastare  questi problemi con paesi terzi.

A mio avviso, non è così, perciò dobbiamo  scavare più a fondo in questi ambiti.

Quant'è importante per lei, in quanto politico  e rappresentante dei cittadini al PE,

che questo piano vada a buon fine, per  ripristinare la fiducia nelle istituzioni UE?

Se la nostra base imponibile viene erosa  da un'evasione fiscale su larga scala,

chi pagherà per le scuole, per gli ospedali,  per i servizi pubblici?

Oltre alla motivazione economica  che ha esposto,

cosa mi dice della fiducia nelle istituzioni?

Sì, è un punto chiave, perché molti cittadini  hanno l'impressione che le nostre istituzioni,

sia i governi che le istituzioni UE,  non riescano a garantire la giustizia fiscale.

Viviamo nell'era della globalizzazione,  l'economia è globalizzata,

i capitali si spostano liberamente nel mondo  molto più di prima,

e questo comporta diseguaglianze sempre  maggiori a livello globale e locale.

Allo stesso tempo, però, è evidente  l'enorme problema dell'elusione.

Quindi dobbiamo ricostruire la fiducia  nelle istituzioni, nei governi,

e dimostrare che possono contrastare  questo trend negativo.

E come mai l'elusione fiscale è possibile?

Uno dei motivi è la concorrenza fiscale  tra gli stati membri.

Ogni stato membro può definire  la propria linea fiscale, i propri tassi,

ha un effetto negativo sui suoi vicini  e si rivela un sistema fiscale deleterio,

allora diventa un problema  del mercato unico, di giustizia fiscale.

Ritengo che dovremmo rafforzare  la cooperazione nel mercato unico dell'UE

con i 28 stati membri  per evitare regimi fiscali molto dannosi,

i vari "patent box" e "knowledge box",  per esempio,

che servono solo ad aiutare le multinazionali  a evadere le tasse.

Questa è la strada da seguire,  ma so che sarà molto impegnativa.