Le milizie congolesi usano gli stupri come arma di guerra. L'UE invia aiuti umanitari, ma per migliorare la situazione deve affrontare il prablema anche dalla prospettiva dello sviluppo.

Reporter: la guerra degli stupri in Congo

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/15380393/m003-0106-it.srt

Ci troviamo a Goma,  nella Repubblica Democratica del Congo.

Dagli anni '80 la regione è lacerata  dai conflitti armati di gruppi rivali.

Ogni anno i soldati violentano  migliaia di donne e ragazze.

Lo stupro è diventato un'arma di guerra.

Le vittime muoiono per le infezioni  o sono allontanate dai villaggi.

Il risultato  è la destabilizzazione di intere comunità.

Heal Africa è il più grande centro  per le donne vittime di stupro.

Offriamo supporto psicologico e sociale  alle vittime della violenza sessuale.

Entro le 72 ore successive  dobbiamo dare loro il "kitpep",

un farmaco per prevenire  le infezioni trasmesse sessualmente

Dopo l'assistenza medica  organizziamo il trasporto

Alcune non vogliono andare temendo  che nessuno si prenda più cura di loro.

Tra le pazienti ricoverate  c'è questa giovane orfana di 17 anni.

Nell'intervista, per la sua incolumità,  non è mostrato il volto.

Sua figlia, Daniela, nata  a inizio dicembre, è frutto di uno stupro

avvenuto vicino  alla sua città d'origine, Masisi.

Un giorno era in cerca  di legna da bruciare

quando ha incontrato sconosciuti  armati che poi l'hanno stuprata.

Ha paura di tornare a Masisi perché  i responsabili sono ancora nella zona.

Abbiamo già portato a termine  un progetto con l'Unione europea.

e non solo occuparsi  dei farmaci e delle attrezzature,

ma anche del ripristino  e della ricostruzione di certe strutture.

Nel 2011 l'UE devolverà 2,5 miliardi  di euro alla zona est del Congo,

destinati alla distribuzione di farmaci,  non alla costruzione di ospedali.

Ci dirigiamo a Kinshasa,  la capitale del Congo,

per l'incontro dei rappresentanti  del Parlamento con i gruppi ACP.

L'On. Louis Michel è copresidente  di questa assemblea parlamentare.

L'incontro parlamentare ACP-UE  si concentra proprio su questo.

Pensiamo ai problemi presenti  nella Repubblica Democratica del Congo:

hanno i mezzi per garantire  la sicurezza delle donne?

Lasciamo l'incontro ACP-UE  con l'On. Michel che ci porta a Lembe,

una delle zone più povere  di Kinshasa e sede dell'ONG AIME -

Associazione per l'integrità  della madre e del bambino.

Lo scopo è aiutare le vittime degli stupri  fornendo loro assistenza medica e legale.

Siamo accolti  dalla presidente Elise Mukadi.

Di quante donne, ragazze  e bambini vi prendete cura?

Sarebbe utile che nella regione  orientale ci fossero dei centri

a cui le donne possano  rivolgersi, testimoniare

e soprattutto avviare  procedimenti giudiziari.

In questo momento  la cosa peggiore è l'impunità.

Non si può considerare la questione  solo da un punto di vista medico

tralasciando gli aspetti legali.  Bisogna affrontarla nel suo insieme.

La prima cosa da fare  è imparare ad ascoltare.

Le vittime devono essere messe  in condizione di potersi aprire.

Secondo l'ultimo rapporto  dell'ufficio ONU per gli Affari umanitari

nella provincia orientale di Kivu  ogni settimana sono stuprate 160 donne.