La prima iniziativa dei cittadini a raggiungere la fase dell'audizione pubblica riuscirà a trasformare le politiche nazionali dei paesi UE sui servizi idrici e igienico-sanitari? L'abbiamo chiesto a Matthias Groote.

Un diluvio di firme porta l'iniziativa dei cittadini sull'acqua in cima all'agenda politica

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/16493304/n004-0003-it.srt

L'acqua è un bene a cui tutti i cittadini  europei devono avere garanzia di accesso.

Questa la richiesta della prima  iniziativa dei cittadini europei,

sostenuta da 1,9 milioni di firme  portate alla Commissione Europea.

A febbraio, anche il Parlamento  discuterà di questa iniziativa.

Abbiamo ricevuto molte domande e vorrei  mostrargliene una piccola selezione.

Salve, mi chiamo Pablo Sànchez,  sono uno dei coordinatori e co-organizzatori

Considerando che l'ONU ha già sancito  che l'accesso all'acqua è un diritto,

non pensa che la nostra iniziativa  contribuirà a introdurre

questa dichiarazione politica  nel diritto europeo,

dato che non è inserita nella costituzione  di alcuno stato membro dell'UE?

Possiamo affermare  che questo è un segnale forte,

inviato da questa prima grande iniziativa  dei cittadini europei.

Sono state raccolte 1,6 milioni  di firme valide:

non credo proprio che gli stati membri  possano ignorarle.

Non si possono ignorare, siamo di fronte  a un grande movimento interno all'UE

Questo cosa significa in termini giuridici?  Quali sono i passi da compiere?

A livello europeo,  e posso esprimermi solo su questo ambito,

la Commissione deve avanzare  una proposta vincolante

che poi passerà al Parlamento  e al Consiglio dei ministri.

In ogni caso, l'iniziativa  ha già ottenuto un risultato:

ha portato la questione dell'acqua  in cima all'agenda politica.

E, a dirla tutta, le politiche sull'acqua  devono rientrare nel diritto europeo.

Perciò dobbiamo tenere sempre presente  il tema del diritto di accesso all'acqua

quando si discuterà la prossima riforma  dei trattati.

La Commissione Europea ha dichiarato  che l'acqua è un bene pubblico.

Non ritiene che la nostra iniziativa  sarà utile

per mantenere l'acqua e i servizi idrici  fuori dai mercati interni,

evitando che diventi un bene su cui lucrare?

Abbiamo lavorato alla direttiva  sulle concessioni

mentre i cittadini portavano avanti  l'iniziativa Right2Water.

Non sarebbe mai venuto in mente  alla Commissione e al signor Barnier

di escludere l'acqua dalla direttiva se non  fosse stato per le pressioni dei cittadini.

E la pressione si è fatta sentire proprio  in virtù di quei due milioni di firme.

Chiariamo questo punto: all'inizio  si pensava di privatizzare i servizi idrici.

Non li avremmo privatizzati noi,  ma i singoli stati, a livello dei comuni,

in ogni caso, la base giuridica che impone  agli stati di normare le concessioni

era nella direttiva,  da cui però Barnier ha escluso l'acqua.

Spesso sono i dettagli a fare la differenza.

Lei sa che il relatore speciale dell'ONU  per il diritto all'acqua

ha confermato agli organizzatori  dell'Iniziativa dei cittadini

che non importa come si organizzano i  servizi idrici, basta garantirne l'accesso.

Perciò i governi potranno usare  sia operatori pubblici che privati

per garantire il diritto ai servizi idrici.

Questo è un dettaglio non indifferente,

e la Commissione  non può fare molto al riguardo.

L'aspetto più importante, a mio avviso -  e il numero di firme raccolte lo dimostra,

perché tanti si sono precipitati  a sottoscrivere l'iniziativa -

è che i cittadini non vogliono  una privatizzazione dei servizi idrici.

L'ONU ha un approccio diverso,  come sottolineato nella domanda,

ma noi parlamentari europei  siamo legislatori

e io prendo molto sul serio  l'iniziativa dei cittadini

e anche il sentimento generale di fondo,

che vede una certa diffidenza dei cittadini  per le privatizzazioni,

soprattutto per quanto riguarda  il bene più prezioso, ossia l'acqua.

La gente non vuole  che diventi un prodotto in vendita.

Ogni iniziativa dei cittadini  farà scattare una lotta delle lobby.

La cosiddetta lobby dell'acqua si è già  fatta viva con lei o con la Commissione?

Questa è la prima iniziativa dei cittadini  che arriva alle istituzioni UE.

E abbiamo discusso con i coordinatori,  senza cercare scorciatoie,

del perché abbiamo tenuto delle audizioni  con i referenti dell'iniziativa.

Alcuni colleghi hanno pensato  di consultare degli esperti.

perché alcuni volevano un esperto  di un certo gruppo piuttosto che un altro.

Alla fine abbiamo deciso  di risolvere la questione

invitando i referenti dell'iniziativa  a partecipare alle discussioni

per comunicarci di preciso  quale obiettivo vogliono ottenere.

Matthias Groote, la ringrazio molto.  - Grazie a voi.