Al via la conferenza sul bilancio UE, che inaugura un biennio di dibattiti mentre sull'Europa imperversa la crisi.

L'attualità: le spese dell'UE in tempo di crisi

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/15707931/n001-111019-001-it_mf.srt

L'Europa travolta dalla crisi economica  organizza per la prima volta un convegno

per inaugurare due anni di confronto sul  prossimo bilancio pluriennale dell'UE.

Le ultime discussioni  sono state difficili

e in tempo di crisi non sarà semplice  stabilire criteri comuni.

Parlamento e Commissione condividono  l'idea di aumentare il bilancio del 4,8%,

ma influenti Stati Membri, fra cui  Francia e Germania, sono contrari

e vorrebbero che l'UE  tagliasse i piani di spesa.

Penso che accetteranno un aumento entro  i tassi d'inflazione, poco sopra il 2%.

Se l'aumento del bilancio UE post-2013  supererà di poco il 2%,

dobbiamo mettere in cima alle priorità  le spese di quel periodo,

che a mio parare devono riguardare  l'occupazione e la crescita.

Ma neanche con un aumento del 5%  l'UE realizzerà alcune sue ambizioni:

finanziare il Servizio per l'Azione  Esterna e avere più risalto nel mondo,

aumentare i fondi per combattere  l'immigrazione clandestina

Si potrebbe istituire una tassa europea,

ma pochi sono favorevoli  a un prelievo fiscale dell'UE.

Se lo spieghiamo bene, ogni parlamento  nazionale capirà che è nel suo interesse

eliminare dal bilancio dello Stato  una voce tanto gravosa.

La Francia versa  18 miliardi di euro all'anno.

Gran parte dei soldi è destinata  all'agricoltura, tanto cara alla Francia,

ma anche a progetti di sviluppo vitali  per gli Stati centro-orientali d'Europa.

L'UE ha due anni  per trovare una soluzione.