Il Parlamento ha avuto l'ultima parola sull'accordo per il bilancio 2014-2020 nella trattativa con il Consiglio, assicura l'eurodeputato Ivailo Kalfin, che però chiede maggiore attenzione sugli obiettivi politici nei colloqui futuri.

L'UE deve parlare la stessa lingua riguardo al quadro finanziario pluriennale

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/11795094/n003-0291-it.srt

On. Kalfin, benvenuto a quest'intervista.

Sono circa 40 pagine, riguardanti il QFP -

ovvero il bilancio dell'UE  per i prossimi 7 anni, dal 2014-2020.

Il sottotitolo recita:  "una lezione da imparare".

Questo titolo fa intendere  che qualcosa sia andato storto

durante i negoziati.  Che errori sono stati commessi?

Sì, il problema fondamentale  in questi negoziati

riguarda il fatto che le varie istituzioni  spesso hanno parlato linguaggi differenti.

Il Parlamento parlava  di politiche e priorità,

e il Consiglio - gli Stati membri -  parlavano solo di dati,

anzi di un solo dato, il tetto del bilancio.

Ecco il problema maggiore, non si è potuto  discutere le politiche con il Consiglio. 

La prossima volta vorremmo  che cambiasse la modalità:

vorremmo un dibattito qualitativo  sugli obiettivi e le priorità politici.

Il bilancio è uno strumento per raggiungerli.

E anche in periodi di austerità  nei bilanci nazionali,

il bilancio UE è uno mezzo di investimento  in aiuto alle politiche nazionali.

È questo il dialogo  che auspichiamo con il Consiglio.

Inoltre vorremmo una maggiore  cooperazione con i parlamenti nazionali

affinché tutti comprendano che il bilancio  europeo rappresenta un valore aggiunto

e che l'intervento del bilancio europeo  a volte, anzi spesso,

è superiore a quello dei bilanci nazionali.

Passiamo ai lati positivi:  la revisione intermedia nel 2016 -

sono curioso di sapere  cosa vorrebbe cambiare -

e ovviamente la flessibilità  di questo bilancio.

E che certezze abbiamo che nel 2016  saranno introdotti dei cambiamenti?

È importante che il Consiglio sia  ragionevole in questa revisione intermedia

perché rischia di saltare tutto  in mancanza del consenso in Consiglio.

Ma la revisione sarà importante  per capire dove siamo,

dove vogliamo andare,  e se sono necessari aggiustamenti.

Inoltre abbiamo creato un gruppo  di alto livello sulle "risorse proprie"

sotto la guida di Mario Monti,  che ha già iniziato a lavorare

per esplorare le diverse opzioni  per creare un bilancio non tanto superiore,

ma più autonomo, che sia meno oneroso  per i bilanci nazionali.

Anche questo è molto importante.  Infine c'è la flessibilità

che ci permetterà un impiego migliore  e più efficiente di ogni euro del bilancio.

Il problema è che tra poche settimane  si terranno le elezioni

e gli eurodeputati che stanno seguendo  i negoziati potrebbero non essere rieletti.

quindi non ci saranno più le stesse persone  a discutere e negoziare.

Siamo sicuri che ciò che è stato deciso  adesso sarà confermato nel 2016?

È questo l'obiettivo di questo rapporto:  garantire la continuità dei negoziati

anche nel prossimo Parlamento  e nella prossima Commissione.

Se ne discuterà fin dall'inizio del mandato.

Una delle domande rivolte al candidato  alla Presidenza della Commissione

riguarderà il suo impegno nell'avviare  la revisione intermedia del bilancio.

Quindi la questione sarà affrontata  fin dall'inizio del prossimo mandato.

Bene, torniamo al suo rapporto.  Si tratta di un bilancio per 7 anni,

la somma da distribuire su 7 anni -  per molti, un lasso di tempo eccessivo.

Molti sono più favorevoli  a un periodo di 5 anni.

La situazione cambia.  Abbiamo avuto una crisi,

che potrebbe svilupparsi  in meglio o in peggio.

Cosa ne pensa?  -Certo, è un problema dibattuto.

A livello formale, senza una revisione  intermedia, il nuovo Parlamento

non avrà facoltà di parola sul bilancio.  E neanche la Commissione. Non va bene.

Adattare il bilancio europeo  alla lunghezza del ciclo politico

significherebbe discutere di priorità  politiche e di bilancio alle elezioni,

I grandi progetti europei  sono a lungo termine, e questo è positivo.

Ma ciò è possibile  anche se il QFP fosse compresso in 5 anni.

A livello politico è molto meglio  perché in questo modo ogni Parlamento

e ogni Commissione  partecipano alla definizione delle priorità.

Bene, vediamo come andrà.  Spero di rivederla dopo le elezioni.