Il nuovo sistema di controllo alle frontiere - SIS II - ha fallito la prima prova a marzo. In ritardo di tre anni, è costato ai contribuenti 90 milioni di euro. Che tipo di energia alternativa adotterà la Bulgaria per sostituire l'energia nucleare? Uso ob

L'attualità: Controlli alle frontiere - Smantellamento nucleare – Controlli ai camionisti

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Problemi informatici per il nuovo   Sistema di controllo Schengen

che non è ancora entrato in vigore.   Gli eurodeputati chiedono garanzie.

lo smantellamento di 4 reattori   in Bulgaria costa altri 300 milioni.

L'ospite di oggi   è l'On. Vincent Peillon

che ci parlerà del prossimo vertice   dell'Unione per il Mediterraneo.

La mobilità è una realtà per molti   cittadini dell'area di Schengen.

Ma il nuovo sistema di controllo   sui confini non funziona ancora.

il Sistema d'Informazione Schengen   di 2' generazione.

Lo scopo: mantenere alti livelli   di sicurezza sui confini europei

grazie a una migliore   cooperazione tra gli Stati.

Il sistema sarebbe dovuto   entrare in funzione già nel 2007.

Non è ancora ultimato e il termine   della Commissione sta per scadere.

Agli eurodeputati non rimane che   prolungare il termine della Commissione

per permettere il passaggio   dal vecchio al nuovo sistema.

Ci si è rivolti anche alla Corte   dei Conti dell'Unione Europea.

Sono stati investiti 90 milioni di euro   e non si vede ancora la fine.

È la preoccupazione principale perché   si tratta del denaro dei contribuenti.

La polizia e le guardie confinarie   dell'area di Schengen

avranno accesso   a questo nuovo sistema di scambio

Nel frattempo gli eurodeputati vogliono   creare una commissione di esperti

per garantire   il corretto funzionamento di SIS II.

Sfortunatamente il test svolto a marzo   non è stato soddisfacente.

Per quasi tutti i paesi coinvolti   il test non è stato positivo.

Solo per la Commissione il nuovo sistema   sembra essere un successo.

Incertezza sulla data   di un eventuale secondo test.

L'unica certezza è che SIS II   non entrerà in funzione quest'anno.

È un ottimo strumento   per aumentare la sicurezza

e fornire alla polizia   le informazioni necessarie.

Spero che entrerà in funzione   il prima possibile.

Era una delle condizioni per la Bulgaria   prima dell'entrata nell'UE -

la chiusura di 4 reattori nucleari   nell'impianto di Kosloduy,

il secondo più pericoloso   dopo Chernobyl.

L'impianto non è più in uso,   ma non è ancora stato smantellato.

E questo richiederà altri   300 milioni di euro. Arnaud Demolder.

Kosloduy, Bulgaria: uno degli impianti   nucleari più pericolosi al mondo.

Nel 2004 per entrare nell'UE la Bulgaria   ha dovuto spegnere 4 reattori.

Il modello è simile a quello   di Chernobyl, esploso nel 1986.

ma rimane il problema   dello smantellamento.

L'UE ha stanziato altri 300 milioni   di euro ponendo nuove condizioni.

Dobbiamo essere intransigenti   sulla trasparenza

La Commissione non è soddisfatta   delle informazioni sullo smantellamento

180 milioni di euro saranno impiegati   per lo smantellamento fino al 2013.

Il resto - 120 milioni di euro -   serviranno per costruire nuovi impianti

a base di energia fossile   e non rinnovabile.

Sono contraria all'utilizzo   dei 120 milioni di euro

per finanziare impianti   che utilizzano carbone o lignite.

Questo eurodeputato   bulgaro la pensa diversamente:

l'entità di questo fondo addizionale   non compensa i miliardi di euro persi

a causa della chiusura prematura   dei quattro reattori.

Anche le centrali nucleari   in Lituania e Slovacchia

L'UE deve mostrare solidarietà   ai paesi dell'ex blocco sovietico.

L'Unione per il Mediterraneo   inizia finalmente a uscire dal limbo.

Oggi ho intervistato Vincent Peillon,   socialista francese.

L'aula ha appena adottato   il suo rapporto sul futuro dell'unione.

È stato adottato il suo rapporto   sull'Unione per il Mediterraneo.

Dal 2008 il progetto   ci ha messo molto per decollare,

congelato   dal conflitto israelo-palestinese.

La grande novità è che i contendenti   hanno accettato di far parte

della commissione guida   di questa organizzazione.

Era il requisito fondamentale   per poter avviare il progetto?

Staremo a vedere se i leader che   si incontreranno a Barcellona a giugno

avranno la forza e il coraggio   di rilanciare il progetto.

Il Parlamento si è assunto   le proprie responsabilità

affermando chiaramente   che l'Europa ha bisogno del Sud.

Non si tratta solo   di aiuti europei al Sud -

l'Europa ha bisogno dei mercati del Sud,   soprattutto alla luce della crisi.

Ci sono in gioco interessi ambientali,   geostrategici e demografici.

Dobbiamo collaborare per risolvere   i problemi e tutelare il futuro.

Il Parlamento ha preso una chiara   posizione di fronte ai capi di Stato.

Sono stati spesso in ritardo sulla   realtà, speriamo non sia questo il caso.

Rimane ancora tutto da fare per rendere   effettiva l'Unione per il Mediterraneo.

A giugno i capi di Stato si incontrano   per rilanciare il progetto.

Innanzitutto la volontà politica   di perseguire una certa direzione.

perché non si possono pianificare   grandi progetti senza stanziare i fondi.

E l'Europa ha bisogno   di questi progetti -

come gli impianti di energia solare   che per alcuni sono a vantaggio del Sud.

Invece sarà l'Europa intera   a beneficiarne.

Quindi servono fondi e volontà politica.

Bisogna eleggere i vertici   per permetterne il funzionamento.

Bisogna coinvolgere   anche i partner privati,

che non parteciperanno   in presenza di esitazioni.

È come l'UE e gli altri grandi progetti.