L'euro e la zona euro sono sotto i riflettori dell'Europa. La Germania è riluttante agli aiuti, il Regno Unito ignora le sue responsabilità e i greci scendono in piazza per manifestare contro le riforme. Tre giornalisti da Regno Unito, Grecia e Austria co

L'angolo dei giornalisti: Euro e la città

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/14923414/D003-0008-IT.srt

dove commentiamo   le notizie più recenti

Maria Maggiore presenta   la rassegna stampa,

mentre Lavinia Hoyos ci parlerà dei blog.

Gli ospiti di oggi sono: Jannis   Papadimitriou per la Deutsche Welle

e Thomas Mayer che scrive   per il quotidiano austriaco Der Standard.

Dall'ultima puntata   sono accadute molte cose:

un pacchetto di riforme   per la Grecia e l'euro,

le elezioni in Ungheria e nel Regno Unito

che ha eletto il suo primo governo   di coalizione dopo 70 anni

e il vulcano islandese   che ha boicottato milioni di passeggeri.

Cresce la tensione nella zona euro.   Non siamo ancora usciti dalla crisi.

C'è un certo nervosismo   per l'attitudine della Merkel

a remare contro gli accordi presi   per salvare la zona euro.

Lo dice il Presidente   dell'Eurogruppo, Juncker

che ha detto:   "Alcuni farebbero meglio a tacere":

Non è la prima volta che la Merkel   viene criticata in questa crisi.

Prima di Juncker, che è il più autorevole   in quanto presidente dell'Eurogruppo,

ci sono stati Guy Verhofstadt,   l'ex Premier belga e Leterme,

che criticano proprio   questo modo di non aiutare i mercati.

Ogni volta che la Merkel parla,   l'euro va giù.

Non vi è paese in Europa dove la crisi   colpisce così forte come in Grecia.

Jannis Papadimitriou,   come viene gestita la crisi laggiù?

Immagino che la prospettiva   sia diversa laggiù.

Le cose continueranno a essere difficili   almeno per i prossimi due anni.

sul piano politico per reagire   e ridimensionare questo deficit storico.

Ma è importante   che i contribuenti europei sappiano

che non si tratta   solo di riforme di salvataggio,

ma che si tratta anche -se non del tutto-

di un pacchetto di riforme   per salvare le banche europee

che in passato hanno effettuato prestiti   a favore della Grecia.

Credo che i prossimi due o tre anni   saranno i più difficili.

E' il momento di guardare   le immagini dell'attualità

quindi non ci sono   premi per chi indovina!

I greci sono molto preoccupati   per quello che sta accadendo.

Il piano di austerità   non sarà mai popolare.

Non ne sono molto sicuro al momento.   Le riforme proposte sono molto rigorose.

La Grecia è un paese povero   rispetto alla Germania o alla Francia.

E' come se la Germania adottasse un   piano di austerità di 300 miliardi di euro.

Queste iniziative   non sono molto popolari in Germania.

Era stato garantito ai tedeschi,   quando adottarono l'euro

che non sarebbero stati chiamati   a salvare gli altri paesi.

Questo forse mi permette di spiegare   le posizioni dei tedeschi

senza essere accusato   di essere nazionalista,

cosa che hanno fatto   molti paesi tra cui la Grecia.

Ho un'opinione diversa del Cancelliere   tedesco Merkel negli ultimi mesi.

Non condivido le critiche che la accusano   di avere agito in ritardo. Anzi.

Ha valutato la situazione da vicino   e ha agito in modo ragionevole.

Non ha valutato solo il prossimo passo da   compiere ma tutti quelle che seguiranno.

Se la Merkel avesse detto sin dall'inizio,   ad esempio fin da gennaio,

di volere stanziare 100 o 150 miliardi   di euro solo per i tedeschi,

tutte le cose emerse successivamente   non sarebbero mai venute a galla.

Non si sarebbe fatta pressione   sui paesi responsabili della crisi.

Il problema è il tempo. La Merkel   è stata criticata per aver agito troppo tardi.

Se si fosse agito a livello di zona euro   due o tre mesi fa,

si sarebbero persi   centinaia di miliardi di euro in meno.

E si sarebbe arrivati allo stesso risultato,   cioè a un piano della zona euro.

Per un semplice motivo:   si può comprare il tempo con il denaro,

ma non si possono comprare i   cambiamenti strutturali necessari nell'UE.

All'origine di questa crisi   ci sono i membri della zona euro:

e Italia, Spagna, Portogallo   e Grecia dall'altro.

che hanno una percezione diversa della   politica economica della moneta unica.

Questo è il punto centrale del problema,   fonte di tante discussioni.

Jannis, so che ha scritto un articolo   sulle manifestazioni svoltesi in Grecia.

Tutti si rendono conto   che il debito deve essere ridotto,

ma si sapeva che non era facile.   Non lo è stato neanche per l'Irlanda.

se il governo greco presentasse   misure adeguate e corrette

e se le responsabilità   fossero condivise da tutti

soprattutto dalla classe ricca,   dai pochi ricchi. Ma non è così. 

Nelle prime settimane della crisi,   il Primo Ministro greco aveva dichiarato

che tutte le persone con un reddito   superiore ai 100 mila euro all'anno

avrebbero dovuto pagare   una tassa speciale

per contribuire alla riduzione del deficit.   Era un'ottima idea.

Ma quante sono le persone   con un reddito di 100 mila euro annui?

Lo hanno dichiarato solo 16.000 persone.