La Commissione speciale sulla Criminalità organizzata presenta la sua relazione finale e il suo presidente, Sonia Alfano, ritiene che per sconfiggere le mafie sia necessaria una commissione permanente.

Intervista: La lotta ai « rami » europei di Cosa Nostra deve continuare

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/16383972/n003-0261-it.srt

Sonia Alfano, è appena terminato  il lavoro della Commissione CRIM,

la commissione speciale  contro la criminalità organizzata.

Ci avete messo 18 mesi per convincere.  Ci siete riusciti?

Sì, non è stato semplice,  ma visto il risultato di oggi

siamo riusciti a convincere  gli altri colleghi, quelli più scettici,

a riconoscere la presenza delle mafie  in tutti gli Stati membri,

ma soprattutto la necessità di affrontarle  con un testo unico condiviso da tutti.

Cosa siete riusciti ad approvare  a livello legislativo

Il perno è la necessità che sia riconosciuto  ovunque il reato di associazione mafiosa

tutte le aziende e le persone  che sono state condannate

per reati  riconducibili al crimine organizzato.

L'ineleggibilità, la decadenza  per chiunque sia stato condannato

per reati  contro la pubblica amministrazione,

per crimine organizzato e altri reati gravi.

Norme a tutela dei familiari delle vittime  e dei testimoni di giustizia -

purtroppo figure ancora molto sconosciute.

Riguardo al segreto bancario:  sono parole al vento

in mancanza di un negoziato serio  con i paesi terzi, anche se sono in Europa.

Ci sono speranze  che nelle istituzioni europee

ci sia una volontà  di portare avanti questo dossier?

Intanto c'è stato un cambiamento  di atteggiamento da parte della Svizzera.

Nell'ultimo periodo la Svizzera  ha collaborato molto di più

e ha dato  grande margine di speranza in tal senso.

Sicuramente l'abolizione del segreto  bancario rappresenta un punto cardine.

L'elusione fiscale  rappresenta una delle motivazioni

di quel famoso buco di bilancio  di mille miliardi di euro, scoperto da poco,

e continuerà a incidere sulle tasche  dei cittadini italiani ed europei.

Le più grandi banche europee  sono sotto indagine

Questa forma di controllo  e l'introduzione di paletti

fa in modo che si senta più forte  la necessità di un regolamento incisivo.

C'è stato un dialogo intenso?  Si poteva fare di più?

Il suo parere sulla commissione?  Per questa commissione è la fine?

Non è stato semplice  perché molti colleghi questionavano il fatto

di aver portato il problema  delle mafie italiane al Parlamento europeo.

Abbiamo dovuto spiegare che in Italia  il problema delle mafie non esiste più.

Ormai ci hanno divorato, sono entrate  a pieno titolo nel mondo della politica,

nel mondo delle istituzioni  e dell'imprenditoria.

Adesso gli altri Stati membri rischiano  di subire quello che abbiamo subito noi.

Dopo aver dimostrato che nessuno Stato  è immune o esente da questo rischio,

si sono subito resi conto  che la loro superficialità negli anni passati

purtroppo aveva favorito  il radicamento delle mafie.

Quali sono i dossier che lancia  questa commissione speciale

nella speranza che vengano approvati  per la prossima legislatura?

Sicuramente quella  sul Procuratore europeo. E l'altra...

Sanzioni più dure  per il reato di associazione mafiosa?

Esattamente.  Abbiamo fatto delle raccomandazioni.

Adesso Parlamento e Commissione  dovranno recepire il messaggio.

Mi auguro che chi di noi sarà qui  alla prossima legislatura

e lo porti avanti in modo ancora  più convinto rispetto a quanto fatto finora.

Il Parlamento europeo,  dopo un lavoro del genere,

non può chiudere tutto così  con una commissione speciale.

La commissione sul crimine organizzato  dovrebbe diventare permanente.

In bocca al lupo per il resto del lavoro.  -Crepi. Grazie.