L'eurodeputato danese Dan Jørgensen guiderà la delegazione del suo paese e cercherà di convincere i leader dell'urgenza di raggiungere un accordo sulla lotta al surriscaldamento del pianeta. Per Jørgensen. l'Europa è un modello per il mondo, ma il Preside

L'Intervista: Non si può negoziare con la natura

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/14540922/N003-0011-IT.srt

Benvenuti a L'intervista.   Sono Mark Rogerson.

Qui con me oggi: Dan Jørgensen,   eurodeputato danese dei Socialisti.

In quanto membro della Commissione   Parlamentare per l'Ambiente

parteciperà al vertice mondiale   di Copenhagen sull'ambiente a dicembre.

un aumento della temperatura   terrestre non superiore ai 2° C.

I dettagli che dovrà contenere l'accordo   rappresentano la parte più difficile -

il livello di riduzione,   le modalità di finanziamento

quale sistema di scambio   di emissioni adottare ecc.

Presenzierete il vertice   in qualità di osservatori.

Il compito di noi membri   della Commissione per l'Ambiente

è di consigliare   i responsabili europei dei negoziati.

Dovremo controllare che svolgano   il compito di cui sono stati incaricati.

I responsabili dei negoziati   della Ue dovranno proporre

legislazioni già approvate   in precedenza in sede di Parlamento Ue.

Nei 18 mesi di preparazione   in vista del vertice di Copenhagen

abbiamo vissuto   la recessione peggiore della storia.

Si dice che i politici affrontino   una sola questione alla volta.

C'è il rischio   che la questione ambientale

passi in secondo piano   rispetto alla crisi economica?

Certo. Questo è l'ostacolo principale   al raggiungimento di un accordo.

Però sarebbe davvero un errore   di valutazione se fosse così,

perché è necessario creare un'economia

in cui la politica verde   che stiamo inseguendo

permetta davvero   di creare posti di lavoro

e favorire il progresso dell'economia   anziché peggiorare la recessione.

Non si tratta di scegliere se risolvere   i problemi economici o ambientali,

La risoluzione dei problemi ambientali   prevede un aumento dei costi energetici,

ma in questo momento è un tasto   dolente per la popolazione.

perché il piano   punta al risparmio energetico.

Risparmiando l'energia domestica,   si risparmia anche denaro.

risparmiando energia,   diventa più competitiva.

Una delle grandi differenze   tra il vertice di Copenhagen

e quello di Kyoto -   in cui è iniziato questo processo -

è la partecipazione dell'America   che ha smesso di sostenere

di non credere   nel riscaldamento globale.

Cambierà qualcosa   al tavolo delle trattative?

Certo. Saranno presenti   i tre maggiori inquinatori.

Cina è la responsabile maggiore   dell'inquinamento globale - al 20%.

e l'Europa nel suo insieme   contribuisce al 15-16%.

Senza la presenza   di questi tre giganti nell'accordo,

non c'è alcuna speranza   di raggiungere l'obiettivo,

ovvero limitare l'aumento   delle temperature a 2° C al massimo.

Eppure il pacchetto per l'ambiente   dell'amministrazione Obama

è in coda dietro   al pacchetto sulla sanità

che sta incontrando delle resistenze.   Si arriverà a una conclusione?

Obama è stato molto chiaro   promettendo di assumere il comando.

puntando a ridurre le emissioni   di CO2 del 30% entro il 2020

rispetto ai livelli degli anni '90.   In questo siamo i pionieri.

Ma è necessario se vogliamo   raggiungere l'obiettivo.

Ha promesso di stabilizzare   il livello di emissioni entro il 2020.

Non ancora dato che il Congresso   non ha ancora legiferato.

Ma non è per forza negativo,   possono sempre approvare la legge dopo.

Se avessero già approvato la legge,   temo che le possibilità sarebbero...

Sono certo che il piano   non sarebbe abbastanza ambizioso.

Quindi forse è un bene che l'America   fissi i propri obiettivi a Copenhagen

sperando che siano   ratificati poi dal Congresso.

Non dimentichiamo che gli USA   a Kyoto con Al Gore avevano firmato.

Ma insieme a Clinton non è riuscito   a ottenere l'approvazione del Congresso.

Penso però che Obama   goda di un consenso maggiore.

Un attimo fa   ha accennato agli obiettivi.

Molti obiettivi sono stati fissati   partendo dai livelli del 1990.

Si parla di prenderne   altri come riferimento.

Dall'esterno sembra   che si voglia spostare il bersaglio

per assicurarsi   di centrarlo senza difficoltà.

Le modalità e i dettagli tecnici   sono di secondaria importanza per me.

Se si vogliono apportare   modifiche, prego...

L'importante è che si progredisca.   - E che la riduzione sia reale.

Le scadenze sono 2020 e 2050 -   due appuntamenti importanti

perché l'équipe di esperti   dell'ONU sul clima

ha annunciato che se le emissioni non   saranno ridotte del 20% entro il 2020...

forse anche di più...   in realtà si parla del 25-40%

Se non saranno rispettati   questi obiettivi, fallirà il tentativo

di mantenere l'aumento   della temperatura globale sotto i 2° C.

gli effetti in natura   saranno talmente svariati

che sarà impossibile   arrestare il processo.

I problemi saranno enormi,   i ghiacciai si scioglieranno

Questo ci porta chiaramente...   - Non è un obiettivo politico.

È la natura. E con la natura non   si può negoziare. 2° C è l'obiettivo.

Bisogna considerare   che nei paesi in via di sviluppo

la natura gioca   un ruolo ancora maggiore -