Gli eurodeputati cercano di colmare le lacune nelle leggi relative all'esportazione di strumenti e medicinali che potrebbero essere usati in torture ed esecuzioni.

﻿"L'UE non deve fornire strumenti di tortura"

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/11525647/N005-160907-001-IT.srt

È cruciale che l'UE non fornisca  né agevoli la fornitura di beni e servizi

che possono portare alla pena di morte  o alla tortura.

Il primato dell'UE nell'innovazione  può essere un'arma a doppio taglio

quando si parla di beni e servizi esportati  in paesi che torturano e uccidono i cittadini.

Le organizzazioni per i diritti umani  affermano che la tortura

è praticata nel 50% dei 158 paesi firmatari  della convenzione che l'ha bandita.

E il mercato globale  degli strumenti di tortura è in rialzo.

Lo spazio per le società civili e i paesi  democratici si sta restringendo.

Abbiamo visto che la libertà di stampa  nel mondo sta diminuendo,

e in quanto esponenti di società aperte e  democratiche dobbiamo restare in guardia.

Nel 2005 l'UE ha emesso leggi vincolanti  per tutti i paesi membri,

ma nonostante alcune modifiche,  restano delle lacune.

Ora il PE, incalzato da organi della società  civile, cerca di cancellarle.

Vogliamo limitare l'esportazione di strumenti  usati inequivocabilmente per torturare,

per esempio per incatenare  e picchiare le persone,

e anche medicinali che possono essere  impiegati per le iniezioni letali

non dovrebbero essere venduti a prigioni  e a organi delle forze dell'ordine.

È dimostrato  che le norme attuali funzionano.

Una relazione arrivata dagli USA  indica che il bando delle sostanze medicinali

impiegabili nelle iniezioni letali  ha reso più difficile la loro esecuzione.

﻿"L'UE non deve fornire strumenti di tortura"

"L'UE non deve fornire strumenti di tortura"