Secondo Jeremy Rifkin, l'Europa sta guidando una terza rivoluzione industriale, basata sulla condivisione, su internet, sulle energie rinnovabili e su nuove modalità di trasporto.

Oltre il capitalismo, verso un'economia condivisa

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/11889003/n003-0317-it.srt

Dopo opere come 'La fine del lavoro',  'Economia all'idrogeno' e 'Il sogno europeo',

ora Jeremy Rifkin promuove  una nuova rivoluzione.

Con l'economia digitale ridurremo i costi  e la crescita sarà più rapida.

Abbiamo incontrato l'economista  al Parlamento Europeo.

Jeremy Rifkin, è tornato in Europa  con una nuova profezia,

ma stavolta potremmo dire che la sua  visione del mondo si sta già attuando

La società a costo marginale zero è  al centro della sua visione. Cosa significa?

È il titolo del mio nuovo libro  e non deve spaventare.

È facile capire che cos'è una società  a costo marginale zero.

Attualmente tre miliardi di persone  sono connesse attraverso internet,

e ognuna di queste, prima o dopo,  diventa un "prosumatore",

né venditore né compratore, né proprietario  né dipendente, bensì un prosumatore.

Si tratta di persone che producono  e condividono la loro musica sul web

a costo marginale prossimo allo zero,  bypassando l'industria musicale.

Persone che producono e condividono  blog d'informazione

a costo marginale prossimo allo zero,  bypassando i giornali.

Persone che producono video su YouTube,  bypassando la televisione.

Le dinamiche sono le stesse.  Lei sta parlando con molti leader europei.

Qui al PE ha incontrato il Presidente  Schulz, la nuova Commissione...

Che cosa chiede ai leader europei  per far sì che accelerino questo processo?

Io sono d'accordo con l'austerità  e le riforme del mercato fiscale e del lavoro,

però se ci si limita a questo, non basterà,

perché stiamo assistendo al declino  della seconda rivoluzione industriale.

Ogni rivoluzione economica porta con sé  nuove tecnologie nella comunicazione,

nuove fonti di energia e nuovi trasporti.

Siamo ancora legati a una rete  di comunicazione centralizzata,

a vecchie fonti di energia  - combustibili fossili e nucleare -

e a vecchi mezzi di trasporto basati  su motori a combustione interna.

Non siamo più produttivi con questi mezzi,  l'economia non progredisce più,

i giovani non trovano lavoro in questa realtà  ferma alla seconda rivoluzione industriale.

Lei vede la rete globale  come un elemento chiave.

Come saprà, sono consigliere  della cancelliera tedesca dalla sua elezione.

In Germania, il 27% dell'energia  deriva da sole e vento

e si sta approntando  una rete elettrica interconnessa

trasformando la vecchia rete  in una smart grid digitalizzata,

così che milioni di cittadini  possano autoprodurre energia pulita

e immettere l'eccedenza  nella rete digitalizzata,

condividendola con il resto del paese  e dell'Europa.

Chiunque sarà connesso a questa rete  - ed entro 10 anni lo sarà tutto il mondo -

può usare tutti i dati che passano  da queste tre reti interconnesse,

produrrà e condividerà i propri beni e servizi  o sul mercato a costi contenuti,

o a costo quasi zero  nell'economia della condivisione.

Ormai condividiamo auto, case,  abiti e attrezzi.

Questa è già una realtà tra i giovani,

ma dobbiamo affrontare  alcune questioni importanti.

Dobbiamo far sì che questa rete globale  emergente, che useremo tutti, resti neutra,

non diventi proprietà  di un gruppo ristretto di aziende.

Dobbiamo garantire la sicurezza dei dati  e la privacy, così come i contenuti creativi,

e dobbiamo prevenire il cyberterrorismo.

Lei scrive che sarà la fine del capitalismo...  -No, non dico questo.

Nel libro 'La società a costo marginale zero'

dico che il capitalismo  subirà una trasformazione,

perché il sistema capitalistico  darà vita a un'erede.

Quest'erede si chiama  economia della condivisione

Adesso le aziende capitaliste dovranno  imparare a convivere con quest'erede,

nutrendola, facendola respirare e crescere  e nei prossimi 25 anni

vedremo convivere  due sistemi economici diversi:

il genitore, il capitalismo, e la figlia,  che ormai sarà maturata.

Questo già avviene  tra le generazioni più giovani:

parte della loro vita  è legata all'economia di scambio,

ma tanti stanno già producendo  e condividendo non solo video e blog,

ma anche la loro energia rinnovabile,  oggetti stampati in 3D,

condividono case e appartamenti  su Airbnb...

C'è già un'altra economia  emersa con la generazione digitale.

Dieci anni fa ha scritto 'Il sogno europeo'

in cui ha scritto  - e lo so perché ho il suo libro -

che l'Europa avrebbe superato gli Stati Uniti  in termini di crescita economica.

Dieci anni dopo stiamo arrancando  a causa della crisi economica

e cerchiamo disperatamente un modo  per uscirne.

La domanda è:  che cosa non ha funzionato?

Le dico subito che cosa non ha funzionato:

siamo impantanati nelle fasi finali  della seconda rivoluzione industriale.

I prezzi dei combustibili fossili continuano  a salire e le tecnologie che usiamo,

come i motori a combustione interna,  hanno perso capacità produttiva.

Quindi abbiamo infrastrutture industriali  basate su tecnologie, energie,

e sistemi di comunicazione  che hanno fatto il loro tempo.

Viviamo un momento di disagio nel  passaggio tra due rivoluzioni industriali.

L'Europa però sta guidando  la terza rivoluzione industriale.

Una rete di comunicazione andrà a unirsi  alla rete di energie rinnovabili

e a una rete di trasporti automatizzati.

L'UE si muove  verso un'interconnessione diffusa,

ed è in questo senso  che il sogno europeo fa un passo avanti.

L'UE vuole discutere  di nuovi investimenti e infrastrutture,

Possiamo riunire tutti questi punti  e possiamo cominciare già domani.

Con la nuova Commissione  comincia una nuova era. Si può fare.

Jeremy Rifkin, molte grazie.  - Di niente, grazie a voi.