Isabelle Durant loda le nuove idee proposte dai giovani per affrontare la disoccupazione giovanile e agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro.

Intervista: l'agorà dei cittadini dà voce ai giovani

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/16424796/n003-0266-it.srt

Isabelle Durant, buongiorno.  È vicepresidente del Parlamento europeo,

eletta tra le fila del partito belga Ecolo.

È tra gli organizzatori che hanno lanciato

la grande Agorà per i giovani  contro la disoccupazione.

Abbiamo già visto parecchie Agorà  incentrate sui giovani.

Sarà un altro raduno per i giovani?  -Niente raduno questa volta.

Ne abbiamo avuti tanti,  e non sono certa della loro efficacia.

provenienti dai 28 paesi europei, uomini  e donne, disoccupati o con un impiego.

Per due giorni seguiranno una metodologia  molto rigorosa e delibereranno

non per produrre un altro rapporto  sulla disoccupazione giovanile,

gli ostacoli e gli incentivi  per trovare un altro impiego.

È una questione di formazione,  di istruzione?

Di supporto familiare, risorse,  coinvolgimento sociale?

Come fanno i giovani  ad affittare un appartamento?

Sono obbligati a vivere  in appartamenti condivisi?

condivisi dai giovani europei, dalla Grecia  alla Finlandia, Germania e Portogallo...

A partire da quando  un giovane tedesco ha affermato:

"non voglio farmi carico  della responsabilità del mio paese

per le misure di austerità  che hanno afflitto la Grecia".

Si svolgerà un dibattito transnazionale  tra i giovani,

senza grandi personalità che presentano  l'ennesimo rapporto sulla disoccupazione.

Si tratta di un approccio empirico dal basso.  Come si integreranno?

Alcuni giovani lavorano, altri no?  Qual è il profilo dei giovani presenti?

I partecipanti sono stati scelti  in modo arbitrario.

Migliaia di giovani  si sono registrati su un sito

e sono stati scelti  in una fascia di età tra i 18-30 anni,

uomini e donne in egual numero,  ovviamente,

con relativamente poca esperienza -  il 20% ha lasciato la scuola a 15 anni.

un altro 20% ha studiato all'università  per uno o due anni,

e l'altro 20% ha portato a termine gli studi.

C'è un certo equilibrio.  Profili molto differenti.

Ognuno ha esperienze di vita molto diverse,

in base alla situazione lavorativa  per i giovani in ogni paese.

Le conclusioni di questa Agorà  saranno raccolte in un rapporto...

Non è un rapporto. Ci forniranno  sotto forma di elenco puntato

le soluzioni e le raccomandazioni  sugli interventi da attuare.

Martin Schulz li presenterà  al vertice del 12 novembre a Parigi

su invito del Presidente Hollande  e degli altri capi di Stato.

E saranno sottoposti alla commissione  Occupazione e Affari sociali.

ma è importante sentire il parere  dei giovani, oltre a quello degli esperti,

o degli eurodeputati,  per quanto competenti in materia.

Servono la voce e le soluzioni dei giovani.  Questa è vera democrazia partecipativa.

In alcuni paesi la disoccupazione giovanile  raggiunge il 50%. Uno su due.

Che soluzione propone  per contrastare questa piaga?

Innanzitutto in parte  mi assumo anche io la responsabilità

dell'incapacità  dimostrata negli ultimi 15 anni

di lavorare per la prossima generazione  anziché per noi stessi.

Oggi i giovani sono considerati  individualisti, egoisti, poco formati.

Ma non è vero. Molti giovani hanno  un'ottima formazione e si impegnano.

Dobbiamo rivedere completamente  non solo le opportunità di lavoro,

ma anche l'immagine dei giovani,  che presentano un enorme potenziale.

Possiamo fare molto in ambito di economia  sociale e creazione di posti di lavoro,

nuove imprese,  formate dai giovani per i giovani.

Dobbiamo innovare.  Ciò che abbiamo fatto finora non funziona.

e consiglia ai suoi figli di lasciare  l'Europa per andare negli USA o in Asia,

o di imparare cinese?  Cosa consiglia ai suoi figli?

I miei figli sono qui.  Sicuramente viaggeranno nella loro vita,

ma sono qui.  Il mio consiglio è di non lasciare l'Europa.

Devono comprendere  e la società in cui vivono

e aprire la mente  verso tutto ciò che offre l'Europa.

E penso che lo stiano facendo,  ognuno a modo suo.

È il messaggio migliore che possiamo  lanciare. È giusto che si spostino.

Può essere utile un'esperienza  in America, Cina o Canada,

ma non è un obbligo.  Non possiamo allontanare tutti i giovani.

Sono il nostro potenziale,  l'intelligenza collettiva.

Sono il nostro presente e il nostro futuro.

Devono rimanere qui  e imparare a muoversi in Europa,

senza doversi fare concorrenza a vicenda.

In un contesto di mobilità europea,  un giovane greco che lavora in Germania

non deve trovarsi a competere  con i giovani tedeschi.

Dobbiamo aprire i mercati  e permettere la mobilità dei giovani