La sfida è lanciata: l'agricoltura deve diventare più sostenibile e più giovane. La riforma della PAC è stata approvata, ma riuscirà a far fronte a questi obiettivi chiave?

Riforma della PAC - più verde e più giovane o un'occasione mancata?

https://api.multimedia.europarl.europa.eu/documents/20125/16436253/n001-131120-001-it.srt

il Parlamento ha finalizzato  una delle questioni più pressanti:

la riforma della politica agricola comune,  la PAC, per il periodo 2014-2020.

Il budget assegnato all'agricoltura europea  è stato ridotto di quasi il 10%.

La cifra concordata per i prossimi 7 anni  è di 380 miliardi di euro.

Le grandi aziende non riceveranno  più i sussidi della PAC.

E d'ora in poi non esisteranno  sussidi superiori ai 300.000 euro.

Ma agli stati è lasciato  ampio margine di manovra.

C'è una volontà politica forte da parte  del Parlamento di limitare i pagamenti

ai principali beneficiari  per rafforzare il bilancio dello sviluppo rurale

e far sì che i fondi siano ridistribuiti  in modo più equo tra gli agricoltori.

La PAC approvata oggi mantiene  le disuguaglianze tra gli agricoltori

rifiutando un tetto massimo per i sussidi.

Pochi grandi industriali agricoli  continueranno a ricevere milioni

in un'Europa vessata da una crisi  economica e sociale senza precedenti.

La nuova politica agricola  sarà più rispettosa dell'ambiente.

Il 30% di tutti i pagamenti diretti  sarà vincolato a pratiche sostenibili

come il mantenimento di aree a maggese  o con colture diversificate.

Ma la PAC deve affrontare  anche altri problemi.

In futuro avremo necessità di agricoltori  preparati e di agricoltori giovani.

La questione del rinnovamento  generazionale è importante,

poiché attualmente in Europa solo  il 6% degli agricoltori ha meno di 35 anni.

Un 25% di fondi extra  sarà destinato ai giovani agricoltori

per aiutarli nei primi 5 anni di attività.