Immaginate un laboratorio italiano che produce una alternativa naturale ai pesticidi. Immaginate i suoi scienziati mentre dimostrano che i rifiuti possono essere un grande business... E' la pura relatà in questo laboratorio...

Reporter: agricoltura e ricerca e tanti guadagni

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Agricoltura e ricerca:   un binomio dai risultati sorprendenti.

Un laboratorio italiano trasforma   i rifiuti organici in un prezioso concime.

Un'alternativa   completamente naturale ai pesticidi.

EuroparTV è andata   alla Biennale della Ricerca di Torino

per scoprire   come un'idea si trasforma in business.

andare a vedere al microscopio   i vari microrganismi,

far crescere le piante   e poi tirarle via dalla terra

per vedere come le radici si sviluppavano

e quindi capire meglio   come poterle curare.

Massimo Pugliese ha 27 anni,   è un giovane ricercatore in agraria.

L'anno scorso con due docenti ha fondato   una spin-off dell'università di Torino:

Agri New Tech, ANT, acronimo   che in inglese significa formica,

una formica con la passione per i rifiuti.

Questa società   alla periferia di Torino prepara concimi

nati dalla decomposizione   di resti organici

che vengono poi arricchiti in laboratorio   con microrganismi, funghi e batteri.

È un fertilizzante completamente naturale

che può proteggere le piante   da alcune malattie.

Può essere applicato alla produzione   agricola ed è un'alternativa biologica

a molti prodotti chimici   messi al bando nell'Unione Europea.

È un'invenzione   con un alto potenziale economico.

I costi dipendono anche   dalla qualità del prodotto.

che sul mercato può arrivare anche   a 60-80 euro a tonnellata

rispetto ai 10-20 euro a tonnellata   dei compost di bassa qualità.

Queste cellule con temperature e umidità   diverse simulano i cambiamenti climatici

per vedere come il composto può aiutare   le piante a sviluppare difese naturali.

Simuliamo condizioni   ambientali e climatiche

con un livello di anidride carbonica   doppio rispetto a quello attuale.

In alcuni casi   simuliamo anche delle malattie

e in questo modo siamo capaci   di ottenere dei dati

che ci possono essere utili per prevedere   cosa succederà nei prossimi anni.

Grazie anche ai finanziamenti europei   questa piccola impresa è cresciuta molto

e tra i suoi clienti si contano   aziende agricole italiane ed estere.

Ha già ricevuto ordini   dall'Ungheria e dal Marocco

in progetti per lo sviluppo sostenibile.

per la messa a punto e lo sviluppo   di impianti di compostaggio

che possano andare a trattare   i rifiuti che loro producono

e trasformarli   in un prodotto, in un compost

che sia ottimo   per essere utilizzato in agricoltura.

alla Biennale della Ricerca a Torino,   l'EuroScience Open Forum.

Nell'ambito del programma   Science to Business

ha incontrato rappresentanti spagnoli   del centro tecnologico agroalimentare

e ora si sta valutando   un possibile partenariato.

Per la professoressa Gullino, sua socia   e direttrice del centro Agrinnova,

l'Europa dovrebbe continuare a sostenere   la mobilità dei ricercatori, ma non solo.

Altro aspetto importante:   più programmi che ci permettano,

a lavorare con gli USA,   l'Australia, la Nuova Zelanda,

con la Cina,   l'Asia e altre aree geografiche

in modo da riuscire ad avere   una ricerca che sia veramente globale.

Dalle serre la ricerca continua nelle vigne

per vedere quali risultati dà sul terreno   il concime arricchito con microrganismi.

E cosa può fare l'Europa   per sostenere questa piccola azienda?

Dall'UE mi posso aspettare   nuove possibilità di finanziamento e bandi

per creare nuove possibilità di mercato,

non solo a livello europeo,   ma anche internazionale.

Dall'altro lato se possibile   una diminuzione della burocrazia.

Meno burocrazia   per agevolare la scienza

è un appello raccolto   dal Parlamento europeo

che lavora con le altre istituzioni   per semplificare le procedure.

Dare un futuro ai progetti   dei giovani ricercatori

è la sfida più grande   che l'Europa deve affrontare.